La ricerca del Corpo Armonico

Il mito della Gran Madre, come tutti i miti, ha un significato simbolico profondo che va oltre la narrazione. In questa forma di danza, ci liberiamo dalle pesantezze del corpo e dell’anima, ritornando a una nuova vita.

La Danza Orientale, più di altre, ci aiuta in questo processo consentendo al danzatore di comporre movimenti liberamente all’interno di una tecnica precisa, senza schemi rigidi nella composizione degli elementi.

La bellezza che cerchiamo di esprimere La danza Orientale, più delle altre danze, è quella che ci aiuta a ritornare a nuova vita perché permette al danzatore di comporre i movimenti liberamente, all’interno di una tecnica ben precisa dove, però, non vi è alcuno schema per la composizione dei vari elementi fra loro.

Per esempio non vi è alcuno schema da seguire per far corrispondere ad un preciso movimento del bacino un altro preciso movimento delle braccia. Quello che cerchiamo di far apparire danzando è la bellezza, che nella danza è data soprattutto dal movimento armonico, ma, l’armonia, presuppone che la conoscenza sia così approfondita da sembrare innata e per ottenere questo risultato ci sono alcuni passaggi chiave:

  1. Conoscere il proprio corpo: La danza orientale ha origine dal centro del corpo, con il principio fondamentale del movimento isolato di ogni parte.
  2. Muovere il proprio corpo: Danzare isolando fianchi, petto, braccia, mani, testa, e poi collegare questi movimenti in un flusso continuo, concatenato e armonico che coinvolge tutto il corpo.
  3. Sentire il Ritmo: Imparare a distinguere i diversi livelli di suoni nella musica araba, comprendendo il ritmo base, il ritmo variato e l’armonia.
  4. Unire movimento e ritmo: Collegare il corpo con le orecchie, associando il ritmo base a movimenti secchi, il ritmo variato a vibrazioni/roteazioni e l’armonia a movimenti flessuosi.
  5. Danzare: Sperimentare individualmente le proprie capacità, coniugando movimento e ritmo.
  6. Danzare insieme: Condividere l’esperienza con gli altri solo dopo aver sperimentato su di sé.