
La Danza Orientale
Breve storia di un’arte antica
La danza orientale, risalente a migliaia di anni fa, rivela tracce attraverso antiche statuette ritrovate in Spagna e India. Radicata nei culti arcaici, specialmente nel culto della Grande Madre, dea della fertilità, la pratica si diffuse tra popoli nomadi, adattandosi alle diverse culture.
La mitologia narra che la dea della fertilità, identificata con nomi come Ishtar, Iside, Afrodite, perse il suo sposo negli inferi. Per recuperarlo, intraprese un viaggio simbolico attraverso sette porte, spogliandosi di potenza, ricchezza e bellezza. La danza dei sette veli, conosciuta come “danza di Salomè” o “shalom” (benvenuto in ebraico), simboleggia questo percorso spirituale e la rinascita.
La danza orientale si diffuse tra i popoli nomadi, adattandosi alle usanze locali dall’India alla Spagna. Durante l’VIII e il IX secolo d.C., la civiltà arabo-islamica favorì lo sviluppo della danza, praticata principalmente dalle donne. Tuttavia, con l’avvento del fondamentalismo islamico, la danza fu relegata ai margini della società, ma continuò a vivere nelle case e nei cuori delle persone.
Nel XIX secolo, un’importante fase della storia della danza orientale, le danzatrici come le “çengi” turche e le “awalim” egiziane contribuirono notevolmente alla diversità e alla diffusione della pratica. In questo periodo sociale, non solo le donne, ma anche molti uomini iniziarono a esibirsi, specialmente considerando che alle donne era proibito farlo. Le danzatrici “awalim”, più rispettate, animavano serate più intellettuali con canto, poesia e danza.
Fino agli anni ’30 del XX secolo, le esibizioni delle danzatrici erano principalmente limitate a famiglie e caffè. Tuttavia, una svolta significativa avvenne grazie a Badia Mansabny, una donna libanese che viveva in Egitto. Nel 1926, aprì un locale in stile occidentale, trasformando la percezione della danza da indecente a nobile e virtuosa. Questo periodo segnò l’associazione dei luccicanti pezzi di paillettes con la danza orientale.
Negli anni ’50, il cinema egiziano e artiste come Tahjya Karioka contribuirono alla rinascita della danza orientale come forma d’arte spettacolare. La prima Compagnia Folcloristica dell’Egitto, la “Reda Group”, fondata nel 1956 da Mahmoud Reda, svolse un ruolo fondamentale nel riconoscimento e nell’apprezzamento della danza orientale. Questa rinascita fu un trampolino di lancio per la rivalutazione della danza orientale in Occidente dagli anni ’70, aprendo la strada a una nuova prospettiva che superava gli stereotipi precedenti.
La ricerca del Corpo Armonico
Il mito della Gran Madre, come tutti i miti, ha un significato simbolico profondo che va oltre la narrazione. In questa forma di danza, ci liberiamo dalle pesantezze del corpo e dell’anima, ritornando a una nuova vita.
La Danza Orientale, più di altre, ci aiuta in questo processo consentendo al danzatore di comporre movimenti liberamente all’interno di una tecnica precisa, senza schemi rigidi nella composizione degli elementi.
La bellezza che cerchiamo di esprimere La danza Orientale, più delle altre danze, è quella che ci aiuta a ritornare a nuova vita perché permette al danzatore di comporre i movimenti liberamente, all’interno di una tecnica ben precisa dove, però, non vi è alcuno schema per la composizione dei vari elementi fra loro.
Per esempio non vi è alcuno schema da seguire per far corrispondere ad un preciso movimento del bacino un altro preciso movimento delle braccia. Quello che cerchiamo di far apparire danzando è la bellezza, che nella danza è data soprattutto dal movimento armonico, ma, l’armonia, presuppone che la conoscenza sia così approfondita da sembrare innata e per ottenere questo risultato ci sono alcuni passaggi chiave:
- Conoscere il proprio corpo: La danza orientale ha origine dal centro del corpo, con il principio fondamentale del movimento isolato di ogni parte.
- Muovere il proprio corpo: Danzare isolando fianchi, petto, braccia, mani, testa, e poi collegare questi movimenti in un flusso continuo, concatenato e armonico che coinvolge tutto il corpo.
- Sentire il Ritmo: Imparare a distinguere i diversi livelli di suoni nella musica araba, comprendendo il ritmo base, il ritmo variato e l’armonia.
- Unire movimento e ritmo: Collegare il corpo con le orecchie, associando il ritmo base a movimenti secchi, il ritmo variato a vibrazioni/roteazioni e l’armonia a movimenti flessuosi.
- Danzare: Sperimentare individualmente le proprie capacità, coniugando movimento e ritmo.
- Danzare insieme: Condividere l’esperienza con gli altri solo dopo aver sperimentato su di sé.
